Campagnatico

Da Grosseto in direzione Siena, percorrendo la strada SS223 tra panorami stupendi tipici della nostra regione, possiamo arrivare nella piccola cittadina di Campagnatico. Non tutti la conoscono, perché fa parte di quella rete dei piccoli borghi unici e quasi nascosti, da cercare sulla mappa e da scoprire, così diffusi in Toscana come nell’Italia intera.

Le origini dell’insediamento di Campagnatico -da Campanius-, sono molto antiche. Già dalla fine del X secolo si ha notizia di un castello, in un documento di compravendita stipulato dal marchese Ildebrando degli Aldobrandeschi a favore dell’Abbazia di San Salvatore sul Monte Amiata.

Agli Aldobrandeschi, che si pensa avessero giurisdizione feudale sul castello sin dal X secolo si aggiunsero nel duecento i Visconti di Campiglia d’Orcia. Anche Dante nel XI canto del Purgatorio ci ricorda l’uccisione di Umberto Aldobrandeschi, che possiamo ricondurre a quelle azioni di assoggettamento che in questi anni Siena rivolse al piccolo borgo e su tutta la maremma grossetana, punto di transito dei commerci.

Un abitato posto sul crinale di una collina e circondato da mura, nella cui parte settentrionale potevamo trovare la Rocca, e sulla vetta la Pieve di San Giovanni Battista.

Tanti castelli sono stati costruiti in queste campagne dalle tipiche forme e colori, e tanti sono ricordati come punti di fiorenti comunità. Anche il loro venir meno nel corso dei secoli contribuì alla lenta decadenza del territorio maremmano, iniziata nel XIV secolo e protrattasi fino al settecento. Solo le riforme leopoldine riuscirono a risollevare le sorti di questa parte della Toscana, e dunque anche del piccolo borgo di Campagnatico, specie attraverso la suddivisione dei latifondi incolti tra i molti piccoli possedimenti locali.

Oggigiorno Campagnatico è il luogo ideale in cui perdersi alla scoperta di un turismo slow e genuino, magari durante una domenica di primavera o di fine estate, quando i colori della natura circostante rendono ancora più magico questo paesaggio toscano.