Cosimo I. Spolveri di un grande affresco.

Siamo andati a vistare la mostra “Cosimo I. Spolveri di un grande affresco”, che sarà visibile fino al prossimo 24 Marzo.
Un’esposizione d’esordio del nuovo Museo de’Medici, aperto lo scorso giugno nel centro di Firenze e che ha sede al piano nobile di Palazzo Sforza Almeni, in via dei Servi. La mostra è curata dall’antiquario e esperto della Dinastia Medici, Alberto Bruschi e celebra i 500 anni trascorsi dalla nascita di Cosimo I de’ Medici, caratterizzandosi per la selezione di opere e oggetti provenienti da collezioni private, quindi non musealizzati, e perciò d’interesse ancor maggiore.
Una delle opere più importanti esposte nel percorso espositivo è il quadro-bozzetto preparatorio di Jacopo Ligozzi per il dipinto su lavagna nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, dal titolo “Bonifacio VIII riceve gli ambasciatori fiorentini”, che l’artista terminò nel 1592 e il cui disegno è oggi conservato nel Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi. La scena doveva illustrare il momento in cui papa Bonifacio VIII nel 1295, vedendosi attorniato dagli ambasciatori fiorentini che gli rendevano omaggio, esclamò che i fiorentini erano il quinto elemento della Terra, alludendo ovviamente ai quattro elementi costitutivi del cosmo della filosofia presocratica. Solo che Ligozzi pose sul fondo dell’immagine la personificazione della Toscana al centro, affiancata invece che dai quattro elementi, dai quattro continenti, considerando, dunque, anche l’America.

Nel percorso espositivo si potranno ammirare anche due manoscritti, 20 litografie su tela dei Granduchi e consorti del XVII e XVIII secolo, un Piombo per reggere la staffa di un elemento architettonico con stemma mediceo, il bellissimo Ricamo dell’affresco perduto di Porta Romana e così via.
A questi oggetti, nelle passate settimane si sono aggiunte 26 monete dedicate al duca (e poi granduca) Cosimo I de’ Medici e anche una rarissima reliquia di San Pio V, il papa che concesse il titolo di Granduca a Cosimo I e che personalmente lo incoronò a Roma nel 1570. La reliquia contiene in un lato un brandello di veste e di carne del pontefice, dall’altro ceneri compattate dei suoi resti. La cosa sorprendente è che se queste ceneri sono esposte ad una luce radente appare visibile l’inconfondibile effige di profilo del papa.

L’elettrice Palatina

Aperto non a caso nell’anno che celebra i 500 anni trascorsi dalla nascita di Cosimo I e di Caterina de’ Medici, il nuovo Museo de’ Medici si sviluppa sul piano nobile di un antico palazzo che fu confiscato dalla famiglia Taddei a metà del XVI secolo da Cosimo I de’ Medici per essere donato
al consigliere segreto Sforza Almeni. Non solo Cosimo I e Eleonora di Toledo camminarono in queste stanze, ma anche artisti come Bartolomeo Ammannati e Giorgio Vasari, incaricati di decorare il palazzo di Sforza Almeni che, dopo aver ricevuto così tanta ricchezza, dal Granduca fu anche tragicamente ucciso!

Coniugando elementi reali e virtuali, il neonato Museo de’ Medici racconta la storia della famiglia che guidò il Granducato di Toscana per circa tre secoli attraverso sale tematiche, mostre temporanee, eventi, una libreria specializzata, incontri, presentazioni editoriali e conferenze. Di particolare interesse per il visitatore appare l’opportunità di poter ammirare opere d’arte e oggetti – per lo più reliquie e cimeli – provenienti da collezioni private, non musealizzati e quindi pressoché invisibili.

La prima sala, tematica, è dedicata alla genealogia, è un vero ritratto della famiglia Medici narrato attraverso un suggestivo cinema olografico.
Dalla famiglia al territorio: la stanza che segue racconta la nascita del granducato, le ville medicee, la flotta dei Cavalieri di Santo Stefano e un grande diorama illustra la famosa battaglia di Anghiari che “salvò” il Rinascimento.
Il museo continua poi in una grande sala dedicata al mecenatismo artistico, caratteristica peculiare della dinastia. Oltre alla galleria di pittura virtuale e una preziosissima collezione di monete originali dal XV al XVIII secolo, ritratti a incisione dei granduchi, qui si può ammirare una straordinaria scultura di Giovanni Battista Foggini ritraente Ferdinando II ed è particolarmente interessante l’installazione interattiva che consente di ascoltare la musica che accompagnava la vita dei Medici, dall’invenzione fiorentina dell’Opera a quella del pianoforte, che allora si chiamava “fortepiano”.
La sala seguente è invece dedicata al costume: le principesse medicee erano gli indiscussi arbitri del gusto! Inoltre, nello stesso ambiente si possono ammirare, tra le altre meraviglie, anche alcune statue per banchetti su modelli del Giambologna, realmente fuse nello zucchero.
L’ultima grande sala è dedicata alle scienze: i Medici fondarono la prima accademia scientifica al mondo e furono i più convinti sostenitori di Galileo Galilei. Nella stanza è conservata una collezione storica di animali imbalsamati, una serie di minerali e alambicchi legati all’alchimia, un modello del telescopio con il quale Galilei scoprì i pianeti medicei e persino un documento originale del papa che condannò l’astronomo pisano.
A tutto ciò si aggiunge, vero “gioiello” del museo, la piccola sala originariamente utilizzata come cappella palatina dallo Sforza Almeni, che conserva ancora oggi un prezioso soffitto affrescato del XVI secolo.
Infine, la “stanza del tesoro” dove è possibile ammirare la più fedele ricostruzione tridimensionale al mondo della corona granducale oggi perduta.
Prima dell’uscita, il visitatore transita in una sorta di “cantinetta” per conoscere e acquistare i vini preferiti dei Medici, tutelati dallo specifico Bando emesso da Cosimo III già nel 1716.

Tutte le info sulla mostra qui:
“Cosimo I. Spolveri di un grande affresco”
A cura di Alberto Bruschi
Fino al 24.03.2020
Museo de’ Medici
Palazzo di Sforza Almeni (primo pano)
Via dei Servi 12 – 50122 | Firenze
Orari: tutti i giorni ore 10-18
Biglietti: 9 euro intero; 5 euro ridotto (da 7 a 25 anni, gruppi di minimo 10 persone, accompagnatori di persone con disabilità, residenti di Firenze); ingresso libero (da 0 a 6 anni, persone con disabilità, guide turistiche e giornalisti accreditati).