Isola del Giglio

L’isola del Giglio è una porzione di terra di circa 23 chilometri quadrati di estensione dell’Arcipelago toscano, che si trova davanti al Monte Argentario

Negli scritti dell’antichità si possono trovare varie testimonianze riguardo all’Isola del Giglio, una terra di estrema bellezza così pura nei colori e nell’ambiente naturale.

Qui puoi trovare qualche proposta per escursioni e visite guidate:

Si è spesso utilizzato l’appellativo di Igilium, dal greco Igilion, capra. Come suggerisce la sua matrice greca quindi, si pensa che il nome derivi dal significato di “abitato da capre”, come del resto vale per molte altre isole del mediterraneo, ma non si esclude il fatto che Giglio derivi dall’abbondanza di questo fiore che cresce in abbondanza sulle spiagge dell’isola.

Quasi impossibile risulta tracciare la storia degli insediamenti che si sono succeduti presso l’Isola del Giglio. Si pensa ai Liguri, dopo che questi avevano già occupato sia l’Elba che la Corsica, a cui poi seguirono gli Etruschi. In epoca romana probabilmente l’isola apparteneva ad una delle famiglie più illustri, quella degli Enobarbi, che possedevano una sontuosa villa marittima vicino al porto. Ma resti di altri edifici sono stati tracciati, a testimonianza che in tutta l’isola abitavano numerose persone, forse anche perché qui è presente il granito, una pietra di cui in quell’epoca si faceva largo uso per la costruzione e decorazione di palazzi e ville dei ricchi cittadini.

Nell’805 Carlo Magno donò l’isola ed altre terre al Monastero dei Santi Vincenzo ed Anastasio, ma poche notizie ci giungono riguardo alle vicende storiche di tutti questi anni. 

Si sa però, che nel 1362 Perino Grimaldi supportato dalla Repubblica fiorentina vi sbarcò conquistando questa terra.

Nel 1447 Alfonso d’Aragona, in lotta con i fiorentini a causa di alcuni territori maremmani, occupò Castiglione della Pescaia e l’Isola del Giglio, arrivando poi tredici anni più tardi ad un accordo in cui si stabilì che le terre passassero sotto il controllo di Antonio Piccolomini, nipote del pontefice. Da qui in poi purtroppo, si aprì una stagione di violenza e abbandono per l’Isola, più volte depredata dalle incursioni dei pirati, contro i quali i cittadini non potevano opporre resistenza dato il quasi nullo sistema difensivo di cui disponevano. Verso la fine del ‘500 però, i territori tornarono in mano dei fiorentini, sotto Cosimo I de Medici, il quale contribuì ad una rinascita incredibile dell’isola: fu aperta una miniera di ferro, venne costruito un mulino a vento, fu ristrutturato il sistema difensivo e venne creata una milizia locale che fu molto utile per mettere in fuga i pirati durante alcuni attacchi nel corso degli anni.

Oggi l’Isola del Giglio è un luogo di grande attrazione turistica. Una terra in cui ogni anno decine di migliaia di persone soggiornano, vivono le sue spiagge, ne partecipano alla vita e alla storia. I turisti la amano proprio per questo, per essere una terra aspra e selvatica, in cui l’attività prevalente oltre al turismo è l’agricoltura e la pesca

Sbarcando a Giglio Porto, un piccolo centro con botteghe, ristoranti e negozi tipici raccolti lungo la baia, si può percorrere la strada che in circa 6 chilometri ci porta a Giglio castello, attraversando vigneti, macchia mediterranea e paesaggi mozzafiato. Giglio castello è stupenda: un reticolo di strade e vicoli anche molto stretti, su cui si affacciano case antiche che ci riportano indietro nella storia. La chiesa di San Pietro Apostolo, di origine trecentesca, conserva un crocifisso in avorio attribuito al Giambologna e una reliquia di San Mamiliano, patrono dell’Isola.

L’isola è collegata tutto l’anno tramite i traghetti di due compagnie, che partono da Porto Santo Stefano e in un’ora raggiungono le sponde di Giglio Porto. Girare l’isola è molto semplice, nuotare nelle sua bellissima acqua è un piacere, ma rispettarne l’ambiente e l’ecosistema è un dovere di tutti.