Isola di Capraia

L’Isola di Capraia si trova al confine tra il Mar Ligure e il Mar Tirreno, ed è per estensione la terza isola dell’Arcipelago Toscano dopo l’Elba e il Giglio oltre ad essere quella più lontana dalla terra ferma, poiché più vicina alla costa orientale della Corsica che a quella toscana.

Secondo una leggenda popolare Venere emerse dalle acque del Mediterraneo con una collana di gemme al collo, ma il filo della collana si ruppe e le gemme si sparsero in mare trasformandosi in isole. La scienza ci dice invece che l’Isola di Capraia ha una origine vulcanica, tanto che il cono di eruzione è ancora oggi ben visibile nella cosiddetta Cala Rossa, uno dei luoghi più belli di tutto l’Arcipelago.

Sappiamo che l’isola fu abitata già in epoche lontanissime, come dimostrano alcuni ritrovamenti di vasellame di origine protostorica (I millennio a.C.); sicuramente fu frequentata dagli Etruschi, poi dai Greci, i quali le dettero il nome di Aegilon, cioè “posto di capre”, e successivamente dai romani, i quali notarono che questa oltre ad avere un gran numero di capre era anche posta lungo la rotta che dai porti tirrenici conduceva alla Corsica. E’ in questo momento storico che l’isola assume il suo nome attuale, come troviamo in un documento di Plinio il Vecchio: “Capraria, quam Graeci Aegilon dixere”.

Purtroppo però con il tempo divenne preda di saccheggi e razzie da parte delle numerose bande di pirati che solcavano il mediterraneo, i quali mettevano a ferro e fuoco non solo le isole e le navi che incontravano, ma spesso anche le città che si affacciavano sul mare. Tanto che nel 67 a.C. il Senato romano dette pieni poteri a Gneo Pompeo affinché debellasse questo problema, con un mandato di tre anni. Pompeo, contando su una flotta di 200 navi e 80.000 uomini risolse (quasi completamente) la questione dei pirati in poco più di tre mesi.

L’isola di Capraia però vide gradualmente scendere il numero degli abitanti fino a che non fu di nuovo insediata dai cristiani anacoreti, che qui si rifugiarono sia per la scelta di trascorrere il resto della propria vita in completo isolamento, che per sfuggire alle persecuzioni dei cristiani in atto in quegli anni. 

Ma di nuovo verso il IX secolo ritroviamo documenti che ci raccontano una Capraia disabitata, in preda alle razzie dei pirati che proprio qui avevano la propria base d’appoggio. Nel 962 Ottone I concesse l’isola in feudo alla Repubblica di Pisa, e si può dire che è da questo momento che inizia per Capraia una vera e propria storia scritta. Una storia però fatta di continui saccheggi e razzie, di controlli ora pisani ora genovesi, con un’economia che si basava su pesca e coltura della vite.

Agli inizi del ‘500 troviamo al potere dell’isola la tirannica famiglia genovese de’ Mari, nel 1540 fu saccheggiata dalle navi del temibile corsaro ottomano Dragut, ed è proprio in questo periodo che si decise di rinforzare l’antica fortezza costruita dai pisani e costruire due nuove torri che andarono a completare un’intera struttura difensiva denominata Fortezza di San Giorgio. Dopo circa due secoli di relativa tranquillità, nel corso del 1700 Capraia passò nelle mani dei Corsi. 

Nella storia più recente infine, nel 1815 l’isola venne consegnata, insieme a tutto il territorio ligure, al Regno di Sardegna.

Nel 1875 circa e fino al 1986, un terzo del territorio fu destinato dallo Stato Italiano a colonia penale agricola; qui, i detenuti vivevano in una condizione di quasi totale libertà all’interno dei sette chilometri quadrati della colonia occupandosi, appunto, di varie attività agricole.

Dal 1925 venne Capraia definitivamente attribuita alla Provincia di Livorno.

Capraia è senza dubbio un luogo che ti rimane nel cuore. Appena si sbarca dal traghetto ci si accorge di entrare in un’altra dimensione, fatta di natura e lentezza. I suoi chilometri di percorsi pedonali lungo le colline a strapiombo sul mare, quel mare così limpido e intatto, la macchia mediterranea che si estende fino a dove l’occhio può arrivare. Dalle sue vette, si può vedere contemporaneamente l’Isola d’Elba, la Corsica e la terraferma. La si può visitare in barca, grazie alle escursioni organizzate da agenzie locali e fidatevi, sarà un’esperienza bellissima.

Ma è soprattutto scoprendola attraverso i suoi sentieri che l’isola saprà regalarvi emozioni uniche. Non a caso Capraia è il luogo scelto ogni anno da decine di turisti che amano il trekking, lo stile di vita “slow”, il contatto con la natura, soprattutto nella stagione primaverile, che è il momento migliore a nostro avviso per visitarla.

Nei lunghi percorsi a piedi immersi letteralmente nel silenzio della natura si ha la possibilità di respirare la vera aria del mare, di ascoltare il suono del silenzio e delle onde che si infrangono sugli scogli laggiù, in fondo alla scogliera. Passeggiando, si incontra soltanto qualche capra e aree naturali di una bellezza incredibile come lo Stagnone, un piccolo lago a 321 metri d’altitudine su cui a primavera fiorisce una ricca vegetazione acquatica.