La Rocca di Ripafratta: storia di una comunità

Lungo le rive del fiume Serchio sorge l’ultimo centro abitato della provincia di Pisa, situato al confine con Lucca: stiamo parlando del piccolo borgo di Ripafratta.

Lungo le rive del fiume Serchio sorge l’ultimo centro abitato della provincia di Pisa, situato al confine con Lucca: stiamo parlando del piccolo borgo di Ripafratta.

Già conosciuta prima del mille, Ripafratta deve il suo nome probabilmente a una rottura degli argini del fiume (Ripa-fracta) che disegnò l’attuale conformazione del territorio.
Per la sua posizione di confine fin dall’antichità ha assunto un’importanza strategica, soprattutto per la città della torre pendente, tanto che con il trascorrere degli anni dalla struttura del castello venne innalzata una vera e propria Rocca fortificata affiancata a un sistema di torri di avvistamento.

Interno della Rocca di Ripafratta

Nel corso degli anni, con la progressiva perdita della sua funzione militare la Rocca ha subito un processo di decadimento e rovina che l’ha portata ad assumere le attuali condizioni di abbandono. Ma da alcuni anni un gruppo di persone ha deciso di intraprendere la strada della riqualificazione del territorio e del salvataggio, oltre che della messa in sicurezza di questo maestoso edificio che domina la valle; una sfida importante, avvincente e molto spesso sfiancante portata avanti da una moltitudine crescente di appassionati e amanti della storia, del territorio, delle nostre radici. E non si tratta soltanto di residenti del borgo ma anche di tante persone provenienti dalle zone limitrofe, o da altre regioni.

Questo gruppo di persone si è costituito in associazione sotto il nome di “Pro Loco Ripafratta – Salviamo la Rocca aps” e da anni svolge attività si sensibilizzazione e promozione del territorio verso tutti i turisti e curiosi che si affacciano su questo bellissimo angolo di Toscana. E con la loro attività hanno fatto conoscere la questione della Rocca all’opinione pubblica, arrivando a importanti risultati per il recupero dell’edificio.

Ecco perché la grande sfida che l’associazione “Salviamo la Rocca” sta portando avanti, meritava di essere raccontata.