L’Abbazia di San Galgano

La storia dell’Abbazia di San Galgano comincia con la costruzione della Rotonda di Montesiepi, che risale circa al 1182, sul luogo dove Galgano infilò la spada nella roccia per trasformare l’arma in una croce, segno di una vita volta alla penitenza che di lì in poi il santo avrebbe intrapreso. La Rotonda (o Eremo) divenne poi la tomba del Santo, e di conseguenza una meta di pellegrinaggio che nei secoli portò pellegrini e visitatori in questo angolo di Toscana, che oggi fa capo al comune di Chiusdino, a una trentina di chilometri da Siena.
L’abbazia nel suo complesso, tra le principali realizzazioni dell’Ordine cistercense in Italia, ebbe il suo maggior splendore nel XIII secolo: i monaci che la abitavano, appartenenti a tale ordine religioso, spesso erano personalità di grande cultura, molti di loro erano notai, medici, architetti e così via e come si sa, essi si insediavano in luoghi desolati spesso bonificandoli o laddove si trovavano flussi di pellegrini diretti verso qualche luogo santo, ristorandoli e curandoli. Ecco perché proprio qui, nel luogo in cui molti fedeli venivano a celebrare San Galgano, sorse questa grandiosa struttura; l’Abbazia ebbe un grande sviluppo e una vita rigogliosa anche grazie ai lasciti e le varie donazioni dei fedeli, oltre che all’ingente patrimonio di terreni che i monaci riuscirono ad accumulare nel tempo. La sua influenza si irradiò in altre contrade della Toscana condizionando perfino la politica della Repubblica senese.


Il suo declino ebbe inizio nel XVI secolo, a causa dei mutati giochi d’influenze politiche e l’impoverimento del numero dei monaci, a cui seguì un inevitabile cedimento delle strutture dopo aver subito vari saccheggi. Prima cedette il campanile e poi il tetto con parte delle mura, tanto che ad oggi di questo bellissimo “rudere di campagna” possiamo ammirare soltanto le strutture portanti, ripulite e consolidate grazie a dei restauri di fine Ottocento.
L’Abbazia di San Galgano è visitabile tutti i giorni, ma si consiglia di dare un’occhiata agli orari e relativi costi del biglietto per riservare l’ingresso, comprensivo di visita al Museo Civico e Diocesano di arte Sacra di San Galgano.

La leggenda di San Galgano

Galgano Guidotti, figlio dei nobili Guidotto e Dionisa, fu un cavaliere vissuto nel XII secolo, tra gli agi e ozi della piccola Chiusdino. Si sa che amasse corteggiare le donne e vivere nella ricchezza e nel peccato. La madre, turbata e dispiaciuta per la vita libertina del figlio pregava l’Arcangelo Michele, il Santo protettore della famiglia, affinché lo riconducesse ad una vita più consona ai doveri di un giovane cavaliere. Ed ecco che un giorno, mentre Galgano si dirigeva dalla sua fidanzata Polissena gli si presento davanti la visione dell’Arcangelo, che lo invitava a rinunciare ai piaceri terreni e a ritirarsi nella preghiera e nell’eremitaggio. Il Cavaliere rispose all’Arcangelo che non sarebbe stato possibile di colpo rinunciare a tutto quello che piacevolmente viveva, dicendogli, sguainando l’arma “come se io pretendessi con la mia spada di trafiggere questa roccia”, sicuro che questa si bloccasse al contatto con la pietra. Ma con suo stupore la spada vi affondò quasi per intero, facendone rimanere fuori soltanto l’elsa, quasi a formare una croce. Il miracolo era compiuto: la roccia si era aperta con facilità, la stessa facilità con cui Galgano avrebbe potuto lasciare tutti gli agi terreni per dedicarsi alla preghiera. Da quel giorno egli visse in una piccola capanna sul monte Siepi, proprio nel luogo dell’incontro. Quando morì, nel 1181, fu proclamato Santo, e da subito una processione incessante di pellegrini cominciò a giungere in questo piccolo angolo di Toscana.