L’Abbazia di Vallombrosa

Nel comune di Reggello, in provincia di Firenze, si trova la maestosa Abbazia di Vallombrosa, luogo di rifugio dal caldo nei mesi estivi per molti fiorentini e turisti.
La storia di questo bellissimo angolo di Toscana è da ricercare molto indietro nel tempo, poco dopo i primi anni 1000. Qui infatti, intorno al 1028 Giovanni Gualberto, della nobile famiglia fiorentina dei Visdomini, si ritirò con alcuni seguaci per rinunciare alla vita di Signore a beneficio di una esistenza basata sulla preghiera e la penitenza.

Nel luogo allora detto “Acquabella” costruì un primo oratorio, per poi fondare nel 1058 un piccolo monastero in seguito alla crescita della popolazione monastica. Nasceva così la congregazione dei Vallombrosani, che si proponeva di riformare il monachesimo benedettino, lottando contro la simonia del clero e nella convinzione che la vita in comune e il ritorno ad una povertà evangelica avrebbero ricondotto al miglioramento della chiesa. Vallombrosa ebbe uno sviluppo molto veloce, con riconoscimento e donazioni da più parti e la sua potenza si dimostrò anche nei titoli nobiliari che furono concessi ad alcuni abati. Anche la struttura si ampliò nel corso degli anni, ma è soltanto nel primo Settecento che la chiesa assunse l’aspetto che ancora oggi possiamo ammirare. Entrando dal grande cancello realizzato nel 1773, si apre di fronte a noi la maestosità e l’eleganza del complesso architettonico, la cui facciata fu conclusa da Gherardo Silvani (1637) che proseguì l’opera di Alfonso Parigi: troviamo un’area verde, tenuta per una metà a orto e per l’altra metà a giardino, la farmacia del monastero e l’entrata della chiesa. Si può ammirare anche il campanile del XIII secolo e la torre del XV secolo, che donano alla struttura una bella eleganza.

La chiesa di Santa Maria a Vallombrosa presenta al suo interno numerose opere, frutto del lavoro di artisti fiorentini del tempo: la Conversione di Baulo di Cesare Dandini, la Trinità di Lorenzo Lippi, i lavori di Alessandro Gherardini, Antonio Franchi e così via.
Lo splendore artistico e culturale dell’Abbazia venne meno nel 1808, al momento della soppressione napoleonica dei conventi e solo nel 1949 i monaci hanno potuto insediarsi nuovamente nel complesso.
Al di là delle bellezze storico-artistiche che l’Abbazia di Vallombrosa conserva, questo luogo immerso in una foresta secolare regala un clima sopportabile nelle giornate di caldo estivo, ed è per questo motivo che la zona è visitata da moltissime persone.

Qui è possibile sostare con camper in un’area attrezzata, è possibile rilassarsi e fare un picnic sdraiati sul grande prato che si apre di fronte al monastero, ma soprattutto si possono intraprendere numerosi percorsi di trekking all’interno del bosco.
Anche le visite guidate e i numerosi eventi organizzati nel monastero attirano molti visitatori. Proprio adiacente a questo si trova poi il cosiddetto “arboreto sperimentale”, frutto del lavoro secolare dei monaci che rappresenta la più importante riserva di piante nata a scopi scientifici e sperimentali presente in Italia: quasi 5.000 esemplari divisi in 700 specie arboree e arbustive. L’arboreto sperimentale lo si può visitare gratuitamente, percorrendo con una guida forestale i suoi sentieri così ben tenuti e valorizzati.