Il comune sparso di Monte Argentario si trova sul lato sud del litorale toscano, in provincia di Grosseto. Famoso per la sua vocazione turistica è meta ogni anno degli amanti del bellissimo mare che bagna questo tratto di costa ma anche appassionati di trekking, cultura ed enogastronomia.
Monte Argentario è un promontorio che si estende nel Mar Tirreno di fronte alle due isole dell’Arcipelago toscano, Giannutri e Giglio, in origine anch’esso isola. Nel corso del tempo le due lingue di terra della Giannella e Feniglia hanno congiunto l’Argentario alla terraferma: la sua stessa conformazione è molto più simile a quella dell’Isola del Giglio o di Capraia che non a quella della vicina Orbetello, per via del tratto quasi completamente collinoso, con un sottosuolo ricco di pietra arenaria e la superficie ricoperta di tipica macchia mediterranea.

Probabilmente l’origine del nome risale all’epoca romana, quando i proprietari dell’attuale territorio comunale erano i Domizi Enobarbi, una potente famiglia che a Roma svolgeva l’attività di banchieri o “argentieri” appunto. Ma prima dei Romani, il promontorio fu abitato già dai Fenici e successivamente dagli Etruschi. Nei primi secoli dell’epoca Cristiana l’imperatore Costantino donò il territorio alla Basilica dei Santi Pietro e Marcellino e nell’805, con bolla Pontificia controfirmata da Carlo Magno, il territorio venne ceduto alla romana Abbazia delle Tre Fontane, la quale, pur continuando a mantenerne il possesso la cedette in feudo prima ai conti Aldobrandeschi e poi agli Orsini di Sovana finché nel XV secolo l’Argentario divenne controllo di Siena.
Nel corso di tutti questi anni però il territorio non ebbe molta fortuna, sia politica che economica, poiché mai utilizzato come vero porto commerciale né mai strutturalmente sviluppato a livello difensivo, cosa che ne face più volte luogo di saccheggi da parte dei pirati.
Dopo la sconfitta di Siena con la Signoria fiorentina, sostenuta dagli Spagnoli, il territorio dell’Argentario insieme a Orbetello e Talamone fu consegnato a quest’ultimi, che li adibirono quasi esclusivamente a porti militari intorno ai quali furono costruite imponenti opere difensive. Dal 1801 il territorio passo al Regno d’Etruria, poi in mano Francese ed infine entrò a far parte del Granducato di Toscana.
Porto Ercole è il più antico dei due centri abitati del comune di Monte Argentario. La sua origine è lontanissima nel tempo, tanto che la leggenda ne attribuisce la fondazione addirittura al mitologico dio romano Hercules. A livello turistico rappresenta una tappa fondamentale per chi volesse trascorrere una vacanza in questo bellissimo angolo di Toscana; a livello architettonico presenta numerose strutture interessanti come la Casa Bianca appartenuta ai marchesi Corsini il cui giardino -uno dei primi giardini di acclimatazione in Italia- ospita numerose varietà di piante tropicali; il Palazzo dei Governanti, che risale alla prima metà del Cinquecento, ospitava i governanti spagnoli e in seguito ai danni riportati durante la Seconda Guerra Mondiale fu restaurato nel lato posteriore.
Per quanto riguarda gli edifici sacri, importante è la cinquecentesca Chiesa di Sant’Erasmo, dove secondo la tradizione fu ricoverato il Caravaggio in fin di vita ed in cui originariamente erano sepolti i governanti spagnoli.
Sulle colline che per tre lati fanno da contorno alla cittadina si trovano numerosi edifici militari; il più famoso ed importante è sicuramente il Forte Stella, chiamato così per la forma della sua struttura centrale è simile ad una stella a sei punte. A picco sull’abitato inoltre si trova la Rocca, la più grande costruzione militare di tutto l’Argentario.
Porto Santo Stefano, capoluogo del comune, ha una storia notevolmente più recente di Porto Ercole. Un primo vero agglomerato urbano vi si costituì soltanto nei primi anni del XVIII secolo e nel 1842 fu distaccato dal territorio di Orbetello costituendosi come comune autonomo. L’abitato cittadino è sovrastato dalla Fortezza Spagnola, una possente fortificazione militare a pianta quadrangolare costruita tra fine XVI e inizi del XVII secolo che per secoli svolse il compito di respingere gli attacchi provenienti dal mare. Oggigiorno la cittadina rappresenta un punto fermo per il turismo costiero toscano; il porto collega l’Isola del Giglio e Giannutri alla terraferma; la vita del paese nei mesi estivi si anima e le spiagge e gli scorci a picco sul mare meritano sicuramente una sosta durante un soggiorno in questa parte di Toscana.

La Cantoniera
Il nome di questa piccola spiaggia, fra le preferite dai residenti, ricorda che un tempo per arrivare a Porto Santo Stefano bastava prendere il treno da Orbetello.Poco prima dell’ultima galleria, alle spalle della spiaggia, sorgeva la Casa Cantoniera, dove viveva quello che la gente chiamava “il Direttore”, colui cioè che si occupava della piccola stazione che si trovava poco più avanti, all’ingresso del paese.