Scarperia nel Mugello

Già in epoca romana, il territorio dell’attuale Scarperia era sfiorato da due strade molto importanti: dalla parte est si trovava la via Faentina, che transitava per Anneianum (Borgo San Lorenzo) e dalla parte ovest una strada per Bologna, che si dirigeva verso il Passo della Futa.

Durante l’epoca medievale Scarperia divenne il passaggio di una delle strade più frequentate per Bologna, la cosiddetta “strada di Sant’Agata”, a cui poi si aggiunse la variante per il passo del Giogo, più facilmente controllabile dalla Repubblica Fiorentina per mezzo di nuovi castelli e percorsa assiduamente fino alla metà del Settecento.

Booking.com

Da queste vie nascono alcuni tra i monumenti più importanti della zona: la Pieve di Sant’Agata, le cui notizie risalgono già al 984 d. C., era in origine un modesto edificio a unica navata. Le varie opere d’arte che qui sono conservate testimoniano la passata ricchezza del luogo. La Pieve di Santa Maria a Fagna, inoltre, di cui abbiamo notizie già dal XI secolo in atti relativi alla casata degli Ubaldini, successivamente passata ai Machiavelli per poi essere ereditata dai Rangoni di Modena.

Fin dall’alto medioevo queste zone facevano capo alla Signoria degli Ubaldini; fu proprio per contrastare la potenza di questa famiglia che la Repubblica Fiorentina nel 1306 deliberò la costruzione delle “Terre nuove” di Scarperia e Firenzuola, sulla strada del Giogo, una al di qua e l’altra al di là dell’Appennino.

Dalle cronache del Villani si apprende quanto segue: “nel detto anno nel mese di Maggio i fiorentini andarono a oste sopra ‘l castello di Montaccianico in Mugello e puosonvi l’assedio; il quale castello era de’ signori Ubaldini, ed era molto bello e ricco, e fornitissimo di sito e di doppie mura, e ‘l castello fu tutto abbattuto e disfatto per gli fiorentini che non vi rimase casa né pietra sopra pietra. E feccioso fare i fiorentini, giusto al piano di Mugello nel luogo detto di Scarperia, una terra per fare battifolle agli Ubaldini, e torre i loro fedeli, e feciongli franchi acciocché Montaccianico mai non si potesse riporre. E cominciossi la detta terra ad edificare a dì 7 di settembre gli anni Cristo 1306.

Nel Luglio 1306 fu dato incarico a Matteo di Nieri di Gubbio, ufficiale del Capitano del Popolo, di dare esecuzione alle deliberazioni della Repubblica, sia per quel che concerneva l’impianto urbanistico sia per l’insediamento degli abitanti, provenienti dai castelli vicini – soprattutto dai popoli di Santa Maria, Sant’Agata, San Giovanni e San Michele – ed esentati da ogni imposta per un periodo di dieci anni.

L’impianto urbano di Scarperia si articola simmetricamente sulla via Bolognese, che ne costituisce l’asse fondamentale, affiancato da due strade parallele e intersecate da tre assi trasversali. La piazza accoglie le emergenze principali: le chiese, un oratorio e il palazzo pubblico, detto Palazzo dei Vicari.

Il Palazzo dei Vicari di Scarperia è un edificio molto importante a livello urbanistico. Palazzo severo e turrito sul lato che guarda la piazza, diventa fortezza sul tetro. Mediante due alte e lunghe muraglie munite di apparato a sporgere, che racchiudono un vasto cortile, si raccorda a un torrione che si inserisce sul percorso occidentale delle mura; il “palazzo-fortezza” interessa così metà del tessuto urbano della “terra nuova” e conferma l’importante funzione strategica che essa rivestì fin dalla sua origine. Di massa quadrangolare, ha l’angolo destro occupato da un’agile torre coronata di merli e di beccatelli. La parte superiore della facciata è ornata da un imponente repertorio di stemmi dei vicari fiorentini.

Sul lato della piazza centrale opposto al Palazzo dei Vicari, si trova la Prepositura dei Santi Jacopo e Filippo, ex convento degli Agostiniani fino al 1812, di semplice iconografia tipica degli edifici religiosi degli Ordini mendicanti: unica navata con al termine tre cappelle. Qui sono conservate numerose opere d’arte, tra cui un tondo marmoreo (Madonna col Bambino) di Benedetto da Maiano, un tabernacolo di Mino da Fiesole, una Crocifissione di Matteo Rosselli, il coro ligneo quattrocentesco e così via.

Sul lato meridionale della piazza, presso la Prepositura, è l’Oratorio della Madonna di Piazza, di origine trecentesca ma ornato di portali di epoca rinascimentale. L’interno è decorato di affreschi. 

Se avete intenzione di soggiornare a Scarperia, ecco una lista delle migliori offerte: Booking.com

Il lato settentrionale della piazza è occupato dal fianco destro del trecentesco Oratorio della Santissima Trinità, in origine chiesa parrocchiale di Scarperia.

Il maggior sviluppo di Scarperia si deve alla sua funzione di luogo di tappa sulla importante via bolognese, come attesta la notizia di un buon numero di albergatori e di ospiti (come il Montaigne verso la fine del cinquecento nel suo “viaggio in Italia”). Dal 1311 si ha notizia di un mercato settimanale, il mercoledì, per il quale esistevano precise disposizioni circa la vendita delle merci.

Successivamente, nel 1415, Scarperia divenne sede, insieme a San Giovanni Valdarno e Certaldo, di uno dei tre vicariati in cui fu diviso il contado fiorentino.

L’attività artigianale per la quale Scarperia è diventata famosa è la produzione di coltelli, di forbici e di altre lame, che doveva essere in via di sviluppo già nel quattrocento, ma che nello statuto del 1538 appare già regolamentata. Si stabiliva, tra l’altro, che il lavoro doveva essere tramandato di padre in figlio, che si usasse nella fabbricazione del buon acciaio e che si dovevano usare dei contrassegni da incidere sui pezzi lavorati.